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Alimentazione sana

Il cibo e le sue funzioni ormonali

Considerare il cibo solo in termini di macronutrienti, cioè in grado di fornire energia e proteine per la crescita, è riduttivo: in verità, secondo le più moderne teorie scientifiche, l’interazione con l’organismo è molto più complessa. Infatti molti composti che si formano dopo che il cibo è stato digerito si comportano anche da veri e propri ormoni.

Considerare il cibo solo in termini di macronutrienti, cioè in grado di fornire energia e proteine per la crescita, è riduttivo: in verità, secondo le più moderne teorie scientifiche, l’interazione con l’organismo è molto più complessa. Infatti molti composti che si formano dopo che il cibo è stato digerito si comportano anche da veri e propri ormoni.

Gli ormoni sono composti prodotti da diverse ghiandole del nostro corpo come ad esempio la tiroide o le ghiandole sessuali. Dopo essere stati prodotti essi vengono trasportati attraverso il sangue ai vari organi, dove hanno la funzione di stimolare o inibire determinati processi importanti per il nostro organismo. Per poter agire gli ormoni devono legarsi a recettori che si trovano sulle membrane cellulari. In caso di necessità alcuni ormoni sintetizzati in laboratorio, possono essere assunti come farmaci.

Oggi sappiamo che anche molti composti derivanti dal cibo viaggiano nel sangue proprio come gli ormoni e possono legarsi ai recettori presenti sulle cellule esercitando azioni stimolanti o inibitorie.

Ad esempio gli acidi grassi Omega3, che hanno un’azione benefica sull’organismo dal punto di vista cardiovascolare, hanno anche un ruolo specifico nel combattere l’aumento di peso e la sindrome metabolica che spesso si associa all’obesità.
Perchè proprio questo tipo di grassi e non altri?
La spiegazione sta proprio nel fatto che gli Omega3 si legano ad uno specifico recettore che si trova sulle cellule muscolari e su quelle adipose. Il recettore in questione non si lega ad altri tipi di grasso: la sua attivazione stimola nella cellula alcune reazioni che alla fine portano a una riduzione dei processi infiammatori (alla base di molte patologie croniche) e dell’aumento di peso.

Al contrario, sono stati identificati nell’uomo altri tipi di recettori la cui attivazione da parte di altri acidi grassi (quelli che compongono i trigliceridi e gli acidi grassi saturi, ad esempio) porta invece all’accumulo di tessuto adiposo e, nelle cellule cerebrali, fa aumentare lo stimolo della fame: in questo caso quindi ci troviamo di fronte ad un’azione opposta a quella degli Omega3.

Oltre a questa azione diretta su recettori, gli acidi grassi agiscono modificando l’azione degli ormoni stessi.

Per esempio l’ormone grelina, prodotto dalle cellule dello stomaco, è responsabile della sensazione della fame; per legarsi al suo recettore l’ormone deve però prima legarsi ad un acido grasso. I diversi tipi di acidi grassi che assimiliamo con il cibo, modificano la capacità dell’ormone di legarsi al suo recettore, quindi per l’azione della grelina è molto importante la qualità dei cibi che mangiamo. In particolare gli acidi grassi a catena media (contenuti nel latte e nell’olio di cocco ad esempio) favoriscono l’azione della grelina.

Altri composti con un’azione di tipo ormonale sono gli acidi grassi a catena corta che si formano nell’intestino dalla digestione delle fibre ad opera della flora batterica intestinale. Questi grassi stimolano gli adipociti a produrre l’ormone leptina, che diminuisce il senso della fame ed aumenta il consumo energetico, favorendo la riduzione del peso corporeo; ha quindi un’azione opposta a quella della grelina.

Le fibre che sono abbondanti in tutti i vegetali e nei cereali integrali quindi non hanno una semplice azione di massa ma inducono vere e proprie risposte ormonali.

Alcuni aminoacidi infine, come leucina, glicina e arginina, si legano ad altri recettori con conseguente attivazione delle vie anaboliche, stimolando, per esempio, la biosintesi proteica. Negli adipociti aumenta in particolare la sintesi di leptina che a livello ipotalamico induce senso di sazietà e riduzione dell’assunzione dei cibo. I cibi ricchi di questi aminoacidi sono mais, pasta di semola, legumi, arachidi, noci, carne e pesce.

La scienza si sta sempre più accorgendo che la dieta non è solo una questione di calorie; dobbiamo considerare i macronutrienti anche per la loro capacità di attivare certi recettori, proprio come fanno gli ormoni. Il cibo è in grado di influenzare il metabolismo cellulare, stimolando il consumo e quindi la perdita, o l’immagazzinamento e quindi l’aumento del peso corporeo.

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