La letteratura scientifica mondiale stabilisce che il benessere psico-fisico è strettamente e indissolubilmente legato alla quantità e alla qualità dell’Alimentazione e del Movimento.
Per stare bene e sentirsi in forma ognuno di noi deve calibrare l’alimentazione in base alla propria attività fisica.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS - WHO) ha così tracciato le linee guida per una sana e corretta alimentazione basate su una solida evidenza scientifica.
Le analisi dell’ O.M.S. dimostrano che la cattiva alimentazione è causa di gravi problemi legati al sovrappeso e all’obesità.
La prevalenza del sovrappeso e dell’obesità ha ormai assunto, nei paesi sviluppati, le caratteristiche di una vera e propria epidemia: dal 30% all’80% degli adulti ne sono affetti nella sola Regione Europea. 150 milioni di adulti (e 15 milioni di bambini e adolescenti) hanno raggiunto una condizione di obesità. E sono dati del 2010!
Rispetto al 1980, la prevalenza di obesi è raddoppiata in più di 70 paesi ed è progressivamente cresciuta in tutte le altre nazioni. Anche se il numero di bambini obesi è inferiore a quello degli adulti, in molti paesi il tasso di obesità infantile ha un tasso di crescita maggiore di quello che si registra tra gli adulti. I dati forniti in Italia dall’Istat relativi al 2016, rilevano che il 45,1% dei soggetti adulti è in una condizione di eccesso ponderale, il 35,3% della popolazione adulta è in sovrappeso, mentre il 9,8% è francamente obesa.
Ciò ha comportato lo sviluppo di morbilità e mortalità precoce in misura almeno pari al fumo di tabacco: 80% dei casi di diabete di tipo 2; 35% delle cardiopatie ischemiche e il 55% della malattia ipertensiva tra gli adulti sono correlate all’obesità e causano ogni anno oltre 1 milione di morti e 12 milioni di anni vita trascorsi in cattive condizioni di salute.
E’ universalmente riconosciuto che l’epidemia di obesità è causata, per la maggior parte, dalla compresenza di due situazioni: alimentazione inadeguata e scarsa attività fisica.
Oltre al fattore calorico, è di rilevante importanza l’elevato Carico Glicemico assunto con molti cibi cosiddetti “spazzatura”.
Una proiezione indica che la diffusione del diabete colpirà fino al 6,3% della popolazione mondiale (previsto nel 2025) coinvolgendo 333 milioni di persone. In Italia nel 2016 erano oltre 3 milioni 200 mila le persone che hanno dichiarato di essere affette da diabete, il 5,3% dell’intera popolazione (16,5% fra le persone di 65 anni e oltre). La diffusione del diabete è quasi raddoppiata in trent’anni (coinvolgeva il 2,9% della popolazione nel 1980).
Ciò è causato dalle nuove abitudini alimentari, ormai consolidate soprattutto nei paesi più sviluppati, che oggi troppo spesso vanno a totale scapito di un’alimentazione più equilibrata e sana come la Dieta Mediterranea.
Accanto a un adeguato programma di attività fisica, instaurare un regime dietetico a bassa densità energetica e basso Carico Glicemico (per esempio con percentuali inferiori di grassi, maggior uso di fibre e di carboidrati complessi a scapito degli zuccheri semplici) è una strategia fondamentale nella lotta all’obesità e di tutto ciò che ne consegue.
Purtoppo molto spesso i regimi dietetici, soprattutto se non basati su conoscenze specifiche e scientifiche, si rivelano insufficienti nel contenuto di micronutrienti e in generale di composti bioattivi che sono invece di fondamentale importanza per garantire il mantenimento di molti processi biologici che, non solo sono promotori di stati di salute e benessere “attuali”, ma soprattutto sono estremamente importanti ed efficaci nella prevenzione di un’ampia gamma di patologie degenerative, metaboliche e neoplastiche.
Sono ben noti i rapporti tra alimentazione - diabete - malattie cardiovascolari. E’ altrettanto noto che tutta una serie di patologie è correlata a errate abitudini alimentari non sempre, o non necessariamente associate a una condizione di sovrappeso o franca obesità. In questi casi ciò che conta quindi non è solo l’eccesso di introito calorico, ma anche una carenza di sostanze ad azione protettiva e preventiva o un eccesso di principi dannosi negli alimenti. Le neoplasie ne sono il paradigma.
L’alimentazione può influenzare l’insorgenza dei tumori attraverso numerosi meccanismi che possono essere così schematizzati: azione antiossidante, azione antinfiammatoria, azione anticarcinogenetica, azione antitumorale e infine azione antimicrobica. Lo stress ossidativo può causare alterazioni della funzionalità cellulare fino alla morte della cellula stessa oppure una diminuzione della funzionalità immunitaria che, assieme ai danni provocati sul DNA può esitare in una mutazione con conseguente sviluppo di neoplasia.
Esistono evidenze epidemiologiche che correlano assunzione di antiossidanti con la dieta e conseguente diminuzione di morbilità e mortalità nella popolazione, così come anche la diminuzione di incidenza di alcuni tipi di tumori. Oltre ai polifenoli (avonoidi, procianidine e catechine) praticamente ubiquitari nella frutta e nei vegetali, molti altri cibi e spezie hanno una importante azione antiossidante: Timo, Salvia, Rosmarino, Maggiorana, Origano, Cumino, Zenzero e Curcuma, tanto per citarne alcuni.
Risulta chiaro che la più grande sconfitta della medicina nutrizionale è con tutta probabilità l’obesità, che assieme a una malsana alimentazione sono causa di malattie di cuore, diabete e di molti tumori. Nonostante la continua ricerca medica di farmaci e diete efficaci, continua ad aumentare nel mondo il numero degli obesi e chi riesce a dimagrire quasi inevitabilmente riprende il peso perso.
Ciò è determinato da molti fattori, tra i quali:
1) E’ possibile perdere peso semplicemente seguendo un’alimentazione adeguata, in qualità e quantità, e nello stesso tempo prevenire i processi morbosi legati alle cattive abitudini alimentari?
2) E’ possibile trasferire le conoscenze medico-scientifiche in cucina e rendere gustosi i piatti nel pieno rispetto delle linee guida per una sana e corretta alimentazione?
Noi lo abbiamo fatto, si chiama DocFoody.
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