Alimentazione sana
Tra le spezie più interessanti dal punto di vista nutrizionale c’è sicuramente la “curcuma”. Si ottiene dal rizoma (fusto sotterraneo con funzioni di riserva) di piante erbacee della famiglia delle Zinziberaceae, originarie dell’Asia meridionale e coltivate in tutti i paesi tropicali, dopo averlo essiccato e triturato. È uno dei componenti del curry.
Tra le spezie più interessanti dal punto di vista nutrizionale c’è sicuramente la “curcuma”. Si ottiene dal rizoma (fusto sotterraneo con funzioni di riserva) di piante erbacee della famiglia delle Zinziberaceae, originarie dell’Asia meridionale e coltivate in tutti i paesi tropicali, dopo averlo essiccato e triturato. È uno dei componenti del curry.
I principali principi attivi presenti nella curcuma sono dei difenoli, detti curcuminoidi, dei quali il più abbondante è la curcumina: appartengono quindi alla grande famiglia dei composti fitochimici che si trovano in tutti i vegetali e che sono molto importanti per la nostra salute in quanto hanno azione antiossidante e antiinfiammatoria.
In vitro la curcumina è in grado di neutralizzare i radicali liberi, bloccando così i loro effetti negativi.
I radicali liberi sono molecole che si formano per azione di radiazioni o di sostanze tossiche e hanno la caratteristica di essere molto reattive e di legarsi per esempio al DNA della cellula, trasformandola in una cellula cancerogena; la loro azione viene neutralizzata dalle sostanze antiossidanti.
Non è comunque chiaro se la curcumina abbia un’azione antiossidante diretta anche in vivo a causa della sua scarsa biodisponibilità (la frazione della sostanza somministrata che entra nel sangue e riesce a raggiungere l’organo bersaglio).
Esiste comunque un fenomeno di accumulo, per cui dopo somministrazione ripetuta per alcuni giorni si osserva un effetto antiossidante nel tumore del colon retto. Inoltre la sua biodisponibilità aumenta fino al 2000% se la si assume assieme alla piperidina contenuta nel pepe.
Oltre ad un’azione antiossidante diretta, la curcumina agisce anche inibendo l’attività di enzimi pro infiammatori e stimolando la sintesi del glutatione, un importante antiossidante intracellulare.
Altri studi scientifici hanno dimostrato che la curcumina induce il blocco del ciclo cellulare e l’apoptosi (autodistruzione di una cellula perché vecchia o malata) in molte linee cellulari cancerose. Inibisce anche la formazione dei vasi sanguigni che servono alle cellule tumorali per il loro nutrimento. La curcumina è in grado di agire sui meccanismi epigenetici favorendo l’azione di alcuni geni che hanno un’azione positiva sia sui fenomeni infiammatori che su quelli propri della crescita tumorale.
La curcuma ha un’azione benefica sulla digestione in quanto stimola la produzione della bile, ed ha proprietà carminative ed antispastiche, quindi riduce il meteorismo.
Ad oggi ci sono dimostrazioni cliniche di efficacia di curcuma nelle seguenti patologie:
– osteoartrosi e malattie reumatiche: in questo caso accanto ad un’azione antiinfiammatoria è presente anche un’azione di inibizione della degradazione della cartilagine articolare;
– obesità e sindrome metabolica: in questo contesto l’azione più importante è quella legata al contrasto dei fenomeni infiammatori;
– diabete: non esiste una vera e propria azione ipoglicemizzante, ma curcuma risulta essere utile nella prevenzione e nel trattamento delle complicanze per il diabete legate soprattutto anche in questo caso all’infiammazione;
– epatopatie.
Appaiono molto interessanti e promettenti alcuni studi clinici che dimostrerebbero l’efficacia di curcuma, in associazione alle normali terapie antineoplastiche, nel trattamento e nella prevenzione delle recidive di alcune forme tumorali.
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